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Idillio Tosco-Cinese

Aggiornamento: 25 ago 2022

A inizio primavera i semi germogliano nel caldo umido di incubatrici artigianali imperlate di acqua e, a mano a mano che le notti diventano tiepide, le piantine vengono messe a dimora nella terra lavorata finemente con la zappa e mischiata a sterco ovino. I pergolati sono stati appena issati e sono ancora spogli: gli ampi archi del tunnel sono costituiti da fasci di canne lacustri legate insieme con stracci policromi. La struttura è elastica, leggera e resistente, dovrà sopportare il peso di centinaia di zucche.

Per tutto maggio e giugno le belle strutture ricurve sono prese d’assalto dai viticci rampicanti di 苦瓜 kǔguā, 丝瓜 sīguā, 佛手瓜 fóshǒuguā e 蒲瓜 púguā, mentre 南瓜 nánguā, 西 瓜 xīguā, 黄瓜 huángguā e 冬瓜 dōngguā strisciano a terra poco lontano. Le denominazioni sono spesso dialettali, ma la componente “gua”, il cui ideogramma 瓜 assomiglia a una zucca pendente, assolve con rigore alle funzioni di un sistema di nomenclatura scientifico: equivale a cucurbitacea.

A inizio estate i pergolati sono già interamente coperti di tenerumi frondosi e al loro interno pendono piccole zucche a forma di pera o clava, sono di un verde vivido, la pelle è lucida e coperta di una peluria sottile. Nelle ore più calde i contadini riposano all’ombra di uno dei tunnel, dove hanno costruito una piccola panca. Si lavora a mano, lentamente, dalla mattina fino a sera. Quando il sole sta per tramontare sbocciano i fiori bianchi del 蒲瓜 púguā e restano aperti tutta la notte, se la giornata è stata molto calda le foglie rilasciano un sottile profumo di carne. I petali sono così fragili che si accartocciano sotto la prima vampa del mattino. I fiori giallo ocra del 丝瓜 sīguā sono invece piccoli e resistenti, come le sue foglie coriacee, quelli dell’amaro 苦瓜 kǔguā sono giallo limone. Nel procedere dell’estate le zucche sono diventate grosse e succose. È il momento della raccolta e delle zuppe di terrosa 冬瓜 dōngguā: si suda ma subito dopo un brivido rinfrescante pervade il corpo. Da luglio a settembre le piante producono montagne di zucche amare, purificanti, spinose, drenanti, dolci, dissetanti, delicate o carnose… il camioncino deve fare due viaggi ogni giorno.

Ai primi di ottobre le piante sono esauste e le foglie cominciano a ingiallire, un mese dopo i pergolati sembrano grosse carcasse marcescenti, in parte collassati sotto il peso di zucche troppo cresciute. Le tenere, verdissime zucchette di luglio-agosto sono adesso delle sacche informi e dure, biancastre e coperte di muffa. E tuttavia, questo è il culmine del loro ciclo riproduttivo: la buccia in fase di legnificazione le ha trasformate in resistenti involucri protettivi: al loro interno centinaia di semi dormono affondati in un’imbottitura spugnosa, soffice e asciutta, mentre tutt’intorno l’autunno piovoso diventa inverno. A febbraio sono ormai completamente lgenificate: il rumore secco e sonoro del guscio spaccato rimbomba oltre l’argine erboso fino alle prime colline, coperte di vigneti: si estraggono i semi nuovi, germineranno tra un mese. Ma è appena iniziato un nuovo anno lunare e si brinda col vino rosso.




Leone Contini, dettaglio dell'installazione "Km0" (Museo Pecci, 2012). fotografia di A. Abati.


Colture cinesi e vigneti a Carmignano, Prato. Leone Contini.

Pergolati cinesi a Carmignano. Fotografia di Vittorio Contini Bonacossi.

Lagenarie tosco-cinesi (蒲瓜 púguā) al culmine del proprio ciclo riproduttivo. Fotografia di Vittorio Contini Bonacossi.

Bellezza della piana e di un seme germogliante di 佛手瓜 fóshǒuguā, traducibile come "zucca mano di Buddha". Maggio 2011.



Tagliatelle al sugo di 丝瓜 sīguā. Leone Contini.





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